Tulum, una perla nel Caribe messicano!

Tulum Dopo aver passato i primi due giorni a Palenque e Agua Azul, in Chiapas, un altro viaggio in bus di più o meno 13 ore mi ha portato a Tulum, nello stato di Quintana Roo. Una cosa di cui ho iniziato a tener poca confidenza sono gli orari programmati dei viaggi. Noi italiani siamo presi per il culo (tra le altre cose) per il ritardo cronico che abbiamo nei mezzi di trasporto, bene, rispetto a quelli messicani, i ritardi italiani non sono nulla 😛 Intanto già partono con un ritardo di base sempre. Andando alla biglietteria ADO, l'addetto alla vendita mi fa: "Conta che il bus delle 20.10 arriva sempre con un'ora e mezzo di ritardo." Bene dico io, ma allora se lo sapete cambiategli l'orario no? No, loro belli pacifici glielo lasciano, ti fanno andare là prima della partenza e puntualmente il mio bus arriva e parte alle 21.30. Finalmente Tulum. Dopo una notte a climi polari per via dell'aria condizionata del bus arrivo in città. Tulum più che una città è un paese grande, un tipico paese di mare con molti negozietti da spiaggia, molto caldo e molta lentezza. Per prima cosa decido di passare in ostello a lasciare il mio zainone da viaggio riempito per metà da vestiti e per l'altra metà da uno zainetto estraibile, ma arrivato davanti all'ostello una sorpresa: ostello clausurato. Sono le 11 di mattina, sto in un posto che non conosco, siamo in Semana Santa e tutti gli alloggi sono pieni o sono carissimi e io mi ritrovo che la mia prenotazione non esiste più. Anzi, lei esiste ancora, perché né hostelworld né il titolare mi avevano avvisato dell'accaduto. Non mi faccio prendere dal panico e affronto la situazione con filosofia messicana, cioè me ne sbatto le palle e vado in spiaggia sperando che le cose si sistemino da sole. Fortunatamente poi riesco a contattare il proprietario che mi trova un altro alloggio a sue spese e il mio soggiorno a Tulum ritorna ad essere senza preoccupazioni. L'impatto con il mar dei Caraibi è molto forte. Mai prima di qualche giorno fa avevo avuto occasione di passarci. Alla vista è proprio come si vede nelle foto: colori incredibili, acqua limpida e spiaggia di un bianco accecante. Se posso però fare un po' quello che cerca il pelo nell'uovo devo dire che in ogni caso la bellezza dell'acqua non è superiore a quella di molti nostri mari. Diciamo che andare in Sicilia, Puglia o Sardegna è molto simile, addirittura meglio in certi posti. L'acqua di Vendicari in Sicilia o di Porto Cesareo in Puglia per esempio, personalmente è più bella. La differenza la fa il contesto, l'ambiente di palme che ti circonda, le mille sfumature che ha il mare che passa dal bianco al blu intenso man mano che vai più al largo con lo sguardo e infine quel non so che che ha questa terra, che dopo più di un anno ancora non riesco a spiegarmi. Per quattro giorni quindi il mio ufficio è stato il mar dei Caraibi, che ho girato per quanto possibile stando sempre nella zona di copertura del 3G o di punti wi-fi per via del lavoro che non mi molla mai. Di cose da fare a Tulum ce ne sono mille. Puoi visitare i cenotes, stare con le palle per aria in spiaggia sorseggiando un cocktail, fare snorkeling, kitesurf e così via. Un'altra cosa classica da vedere sono le rovine di Tulum. Cercando Tulum su Google, uno dei primi risultati che viene fuori è una foto in cui si vede un mare incredibile, delle rocce, e in cima il faro. Questo è il luogo da cui i Maya controllavano l'accesso alle loro terre dal mare. Proprio dentro al sito archeologico c'è una piccola spiaggia piena di gente, da evitare, uscendo invece e allontanandosi un po' da sito si entra in una spiaggia pubblica, molto bella pure quella e dalla quale si può comunque godere della vista delle rovine. Se non riuscite a vederle guardate i colori del mare, compensano abbastanza bene. Cosa mi porto via da Tulum? L'incontro con mia nipote Valeria che non vedevo da tre anni. Non vederci in Italia, o comunque in Europa per così tanto tempo e poi ritrovarci in una spiaggia caraibica è stato davvero un bel momento. Lasciarci di nuovo forse il momento più brutto di questo viaggio. L'incontro con Paola, una ragazza italiana che da un po' di tempo vive a Tulum. Assidua lettrice del mio blog che ho conosciuto insieme al ragazzo Manuel dopo vari mesi in cui ci si sentiva solo per messaggi tramite Facebook. Il cevice del Camello grazie alla raccomandazione di Veronica. Fortuna che ho ordinato la porzione media (con cui ho fatto cena, colazione e pranzo del giorno dopo) sennò lo dovrei ancora finire. Tirando le somme: bell'ambiente, forse peggio di quello che si poteva vivere qualche anno fa, ma sicuramente migliore di quello che si vivrà tra qualche anno. Non ancora ai livelli (negativi) di Playa del Carmen e Cancún, e speriamo che non ci arrivi mai. Quattro giorni sono volati. Anche a Tulum lascio un pezzo di cuore, come in ogni posto (tranne Milano) in cui sono stato. La cosa bella è che se lasci un pezzo di cuore poi devi tornare... se non a riprenderlo, per lo meno a farli visita, quindi Tulum mi rivedrà presto. Per il resto ora sono a Bacalar, una laguna d'acqua dolce nel sud del Messico, a pochi chilometri da Chetumal e dal Belize, ma questa è un'altra storia, per il momento vi lascio a questo slideshow!
  Nos vemos amigos!

Diario di bordo: 383 giorni dall'arrivo

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