Perché si parte?

Viaggio Vi capita mai di svegliarvi con una domanda?  Questa mattina mi sono svegliato domandandomi: "Perché si parte?" Mi sono preso tutto il giorno per rispondermi, e alla fine una risposta chiara non ce l'ho. Ne ho mille spezzettate tra di loro, alcune provando a unirle ne danno una un po' più consistente, altre invece sono semplicemente dei punti liberi e indipendenti in uno spazio indefinito. Un po' come certe persone alla fine non credete? Mi sono preso tutto il giorno per arrivare a una non risposta. Troppo pretenzioso da parte mia provare a cercarne solo una. In questo momento (00:49:21 del 15 novembre 2016 ora di Città del Messico) sulla terra ci sono 7.464.447.919 persone quindi, potenzialmente 7.464.447.919 risposte differenti alla mia domanda (assumendo che una persona abbia una solo risposta, e che i neonati abbiamo già voglia di partire :P). Una cosa probabile però è che molte delle risposte potrebbero essere simili tra loro, quindi, almeno in parte raggruppabili in categorie e sottocategorie. Bene, oggi ho provato a riempire alcuni di questi contenitori immaginari. Ovviamente tutte le mie considerazioni, sono state inficiate da ciò che è la mia esperienza personale e il mio vissuto, per quello parlerò in prima persona. La speranza è che magari qualcuno leggendo possa trovare dei punti in comune, o, ancora meglio trovare i suoi... e magari condividerli 🙂 Perché sono partito io? Beh, io sono partito raccontandomi una grande bugia, dicendomi che ero innamorato e dovevo seguire quella persona. O forse la grande bugia me la sto raccontando ora, perché fa troppo male ammettere che (almeno per su quel fronte là) non è andata come avrei sperato. Sono partito per paura. Paura di dovermi accontentare (nel senso di fingere di essere contento) della vita che stavo facendo. Sono partito perché mi dicevano di non partire, e fin da piccolo se mi dici di non fare una cosa io la faccio cazzo! Sono partito perché volevo imparare un'altra lingua, perché volevo conoscere una nuova cultura tanto diversa dalla mia. Sono partito per conoscere e per conoscermi. E magiari un po' sono partito perché forse non è che sia poi troppo apposto con la testa, ma quello fa parte del gioco. Sono partito per mettermi alla prova, per vedere se alla fine le cose sono davvero come ci vengono insegnate oppure possiamo essere noi gli insegnanti di noi stessi. Sono partito per cercare qualcosa che non ho ancora ben capito... e se ancora non l'ho capita figuratevi se l'ho trovata. Sono partito per essere felice, perché sì, prima non lo ero. O lo ero in parte. Ero quasi felice facendo la mia quasi vita con dei quasi amici facendo quasi sempre le solite cose. Sono partito perché non avevo mai fatto il bagno nell'oceano e ora invece posso decidere tra i due più grandi del mondo e uno dei loro "figli" il Caribe. Ho scoperto che preferisco il Caribe per nuotare ma il Pacifico per i tramonti. Poi sono partito anche per sistemare tutte le cose che avevo incasinato nella mia vita, per pensare, per stare solo, per scrivere e penso che potrei andare avanti così per ore, ma non lo farò, perché sono partito anche per capire quando è il momento di dire basta... ma anche per non dirlo mai. Ma soprattutto sono partito per non tornare. E la verità è che non sono tornato. La persona che ha lasciato tutto quasi 2 anni fa non è più tornata. La verità è che non so dove sia. Forse una piccola parte ancora rimane dentro di me. Come rimangono dentro di me tutte quelle persone che sono stato e non sono più, ma che sarò per sempre. Quindi se pistola alla testa dovessi scegliere una solo risposta alla mia domanda forse sarebbe questa: si parte per non tornare. Magari può sembrare una risposta banale e paracula, ma per me è ricca di significato. Mi sa che non è un caso se fin da piccolo la cosa che più mi eccitava (a parte Alizée, devo ammetterlo) erano le partenze. E sì, se c'è una cosa che mi riesce bene è andarmene via. Invece nei ritorni non sono mai stato bravo. Una persona a cui voglio un bene dell'anima e che mi è stata molto vicina nell'ultimo anno una volta mi ha detto: "Si algo me queda claro de ti es que te irás" --> "Se c'è una cosa che ho capito di te è che te ne andrai". Forse la risposta alla domanda mia domanda iniziale quindi è qualcosa di più naturale, qualcosa che è più legato a ciò che siamo. Forse semplicemente alcune persone devono partire, senza un motivo, perché sono fatte così. È l'istinto. Un po' come quegli animali che sanno che a un certo punto devono migrare. "Chiudi gli occhi, immagina una gioia. Molto probabilmente penseresti a una partenza. Ah, si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora." Ciao viaggiatori e come sempre... Nos vemos amigos

Diario di bordo: 615 giorni dall’arrivo (o dalla partenza)

 
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